Barolo - A seguito di una vasta operazione di Polizia Giudiziaria sul
territorio locale, è stato assicurato alla giustizia Gepe Fuorissimo e
rinviato a giudizio per direttissima con l'imputazione di furto aggravato e
continuato ai danni della Curia Arcivescovile della città. Con l'ignobile
pretesto di frequentare "l'ultima messa", ogni giorno - e per anni - si è
recato alle 19,00 presso la parrocchia di Barolo asportando il danaro dalle
cassette delle offerte, elargito dai fedeli nel corso della giornata.
Indagini hanno appurato che si avvaleva di figli, parenti e amici per
depredare, con lo stesso sistema, Chiese e Santuari dell'intera area
provinciale, e presso la sua abitazione sono stati rinvenuti ca. 50.000 euro
(100 milioni di vecchie lire), in monete metalliche. Le anziane donne del
quartiere hanno riferito: "... sembrava una così brava persona ... tutta
casa e chiesa ..". In realtà Gepe Fuorissimo effettivamente la chiesa la
frequentava, ma solo per sottrarre i proventi derivanti da questue, regalie
e offerte elargite per pura carità da tanti ignari fedeli. L'anziano Parroco
Don Felice " .. Sapevo tutto, ma mi minacciava ... mi ha anche brutalmente
sodomizzato per farmi tacere ...". Il Fuorissimo ha confessato tutti i suoi 'peccati',
questa volta, non a un 'prete', ma ad un magistrato, riferendo anche il
luogo di altra 'refurtiva', e nel quale sono state rinvenute candele,
lampade votive, chili di ostie e ca. 10 quintali di immaginette sacre,
imballate, e pronte per essere rivendute 'a peso' come carta da riciclare.
Il cappellano del carcere - ove è attualmente rinchiuso ha riferito che non
lo assolverà dagli ignobili peccati commessi, restando ormai solo
"l'inferno" l'unico luogo nel quale espiare. (Notizia by ANSIA PRESS - Spike6) |